Riflessione sul Tempo
di Salvatore D'Angelo
di Salvatore D'Angelo

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Viviamo come se il tempo fosse infinito, come se ogni giornata che scorre potesse essere riacquistata domani. Facciamo scivolare ore sui social, settimane in riunioni inutili, mesi in lavori che ci svuotano e non ci fanno crescere. E intanto, il bene più prezioso – quello che nessuno può restituirti – se ne va in silenzio: il tuo tempo.

Pensaci: se qualcuno ti rubasse del denaro, reagiresti. Ma quando qualcuno ti ruba il tempo, spesso sorridi e dici “va bene, ci sentiamo”. La verità è che abbiamo imparato a proteggere il portafoglio, ma non il nostro tempo.

Ogni minuto che spendi male è un credito che non puoi più riscuotere. Non c’è rimborso. Il tempo non è come il denaro: quello puoi anche guadagnarlo di nuovo. Ma il tempo … il tempo è spietato.

Non sto parlando da un piedistallo. Anch’io sono colpevole di tutto questo. Il mio lavoro mi tiene davanti a uno schermo per almeno otto ore al giorno. Eppure, quando finisco, mi ritrovo spesso a passare altre ore davanti al telefonino, scorrendo contenuti che non ricorderò nemmeno domani. So benissimo quando sto sprecando il mio tempo. Ma anche sapendolo, spesso continuo.

A volte so esattamente cosa dovrei fare – un progetto, una telefonata, una decisione difficile – ma rimando. Mi rifugio in piccole attività “tranquille” che sembrano produttive ma in realtà sono solo una scusa. Alla base c’è quasi sempre la stessa sensazione: quella cosa richiede fatica, e ho paura di fallire. Così il tempo passa, e niente cambia.

Ma ogni tanto mi fermo e mi faccio una domanda semplice, diretta: “Questa ora la sto investendo o la sto sprecando?”

Non sempre mi do la risposta che vorrei, ma è già un inizio. Perché solo quando ci accorgiamo di ciò che stiamo perdendo, iniziamo a dare davvero valore a ciò che ci resta. E forse, proprio lì, in quella presa di coscienza, comincia una nuova forma di ricchezza: una vita vissuta con intenzione, e non per inerzia.


“Non è che abbiamo poco tempo, ma che ne sprechiamo molto.”

— Lucio Anneo Seneca


Riflessione ispirata dalla lettura delle Lettere a Lucilio di Lucio Anneo Seneca.