La realtà è uguale per tutti. Ma non tutti la viviamo allo stesso modo.
Ognuno percepisce ciò che accade attraverso i propri sensi, e poi lo interpreta con la propria mente. La stessa situazione può sembrare insormontabile per qualcuno, e stimolante per qualcun altro. È un po’ come il famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: non è la realtà che cambia, siamo noi che scegliamo come guardarla.
E questa abitudine mentale — questo modo di interpretare ciò che ci succede — ha un impatto enorme sulle nostre azioni, sulle scelte che facciamo, e in definitiva su ciò che diventiamo.
Per questo è fondamentale imparare a distinguere tra ciò che possiamo controllare e ciò che non possiamo. Tentare di cambiare l’inevitabile o sperare che cambi da solo è una trappola mentale. Porta solo frustrazione, delusione, passività.
Quello che invece possiamo fare è focalizzarci su ciò che dipende da noi, e avere il coraggio di agire. Cambiare una piccola abitudine. Fare una scelta difficile. Smettere di rimandare. Guardare le cose da un altro punto di vista. Accettare ciò che non si può cambiare — senza subire, ma scegliendo di andare oltre.
Non si tratta di rassegnazione. Si tratta di conoscersi, riconoscere i propri desideri autentici, distinguere quelli che nutrono da quelli che consumano. E scegliere con lucidità: cosa vale la pena perseguire? Cosa, invece, è solo una fonte continua di tensione e insoddisfazione?
Non possiamo avere tutto. Ma possiamo vivere con pienezza, con presenza, scegliendo ogni giorno con consapevolezza cosa vale e cosa no.
Alla fine, una vita felice non è fatta di tutto ciò che si ottiene, ma di ciò che si impara a lasciare andare e di ciò che si ha il coraggio di costruire.
“Non rovinarti ciò che hai desiderando ciò che non hai; ricorda che ciò che hai ora era un tempo tra le cose che speravi di avere.”
— Epicuro
Riflessione ispirata dalla lettura della Lettera a Meneceo sulla Felicità di Epicuro.